Forse definire le rovine di Poggioreale una attrazione turistica è un termine un po’ fuori luogo, visto e considerato che si tratta del risultato di un terribile terremoto che ha causato la morte di diverse persone, tuttavia non si può trascurare il fatto che questa località è una delle location più suggestive, affascinanti e ricche di memoria di tutta la Sicilia. E’ una delle mete predilette degli appassionati di fotografia (e non solo), ed è veramente difficile trovare un fotografo o fotoamatore siciliano che almeno una volta nella vita non abbia realizzato un reportage da queste parti.
Il paese di Poggioreale fu fondato nel 1642 dal marchese Francisco Morso di Gibellina, a seguito del decreto del re Filippo IV di Spagna, che gli diede la possibilità di edificare in contrada Bagnitelli, dove si trovava il suo palazzo di soggiorno. Sorse così un centro abitato a cui fu dato il nome di Poggioreale. Ma la storia di questo paese è tristemente legata al terremoto che colpì la valle del Belice il 14 gennaio 1968. I paesi di Gibellina, Montevago e Salaparuta furono rasi al suolo, cancellati. Gravemente danneggiati Poggioreale, Salemi, Santa Ninfa, Santa Margherita Belice, Roccamena.
Il paese di Poggioreale fu ricostruito interamente a qualche chilometro di distanza, mentre le vecchie rovine sono rimaste lì, come a testimoniare l’irruenza della natura e la sua beffarda violenza, che mise a nudo tutti i limiti dell’uomo, a cominciare dalle case costruite con materiali scadenti e poco resistenti. Il terremoto della Valle del Belice ha scritto una delle pagine più tristi della storia della allora giovane Repubblica Italiana, che fin da subito ha mostrato un certo disinteresse per le vicende meridionali. La macchina dei soccorsi tardò ad arrivare mentre la ricostruzione è stata veramente lunga, lenta e farraginosa e tanta gente ancora oggi si sente abbandonata dallo Stato e dalle sue istituzioni.
Al di là di tutto quello che rappresenta, queste rovine hanno un certo fascino.Molti sono i registi che si sono innamorati di queste rovine. Qui infatti sono state girate alcune scene di Malena, La piovra e L’uomo delle stelle, e non mancano reportage fotografici molto toccanti realizzati in questa città fantasma.
Da circa 3 anni un associazione di volontari del luogo, Poggioreale Antica, si sta occupando della riqualificazione del luogo, per cercare di dare la giusta visibilità ed il giusto valore culturale a questo luogo così bello e così intenso. Visitare Poggioreale lascia il segno e merita almeno una visita nella vita.
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COME ARRIVARE A POGGIOREALE
Per visitare le rovine di Poggioreale, da Palermo occorre prendere lo scorrimento veloce Palermo-Sciacca, uscita Poggioreale. Da Trapani occorre percorrere l’autostrada A29 in direzione Palermo, uscita Gibellina. Una volta arrivati a Poggioreale seguire le indicazioni per la città vecchia.
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Autore: Giusy Vaccaro
Foto: Giusy Vaccaro
volevo solo dire che le indicazioni stradali per raggiungere Poggioreale sono fuorvianti. la mappa indica Poggioreale attuale, non la vecchia Poggioreale (che difatti non si trova vicina Salaparuta; ora si trova li in quanto è stata riedificata su un terreno di una nobile cittadina di Salaparuta)inoltre se vieni da Trapani per arrivare a Gibellina devi procedere in direzione Mazara del Vallo, non Palermo.
se arrivi da Mazara del vallo (che non è menzionato) devi procedere in direzione Palermo.
Noi da Palermo abbiamo fatto la strada che abbiamo indicato nell’articolo ed una volta giunti a Poggioreale nuova abbiamo seguito le indicazioni per la città vecchia. Probabilmente esistono altre strade, ma quella che abbiamo fatto ci ha portati facilmente a destinazione.
Gentile Signora, volevo chiederLe se la visita ai ruderi è facilmente accessibile, oppure bisogna chiedere un permesso o rivolgersi a qualcuno. Comunque la strada da Lei percossa è la più facile, in questo periodo giro molto la valle e la conosco abbastanza. Nella speranza che possa rispondermi, la ringrazio.
Buongiorno, fino a poco tempo fa l’accesso era libero, non era necessario chiedere alcun permesso. Non so se di recente è cambiato qualcosa. Può chiedere all’associazione che si sta occupando del recupero della zona che sarà sicuramente più informata http://www.facebook.com/poggiorealeantica
Grazie e buona visita!
La ringrazio, comunque ieri sono stata a Poggioreale, ma c’era l’esercitazione della protezione civile ed era tutto chiuso. Riproverò.
cara Giusy, dopo decenni vorrei farmi un viaggio in moto nella tua splendida regione.. vorrei passare da poggioreale, poi andare a pantelleria dove ho cantato negli anni 80.. mi sapresti consigliare quale giro fare per vedere le cose più belle? grazie!!!
Buongiorno Guido, è difficile rispondere alla tua domanda perché di cose belle da vedere ce ne sono tantissime. Dovresti almeno indicarmi il periodo, quanti giorni resterai e, a parte Pantelleria e Poggioreale, a cosa sei più interessato (natura, città d’arte, mare, tradizioni, ecc…)
Grazie Giusy, visita ai ruderi di Poggioreale veramente molto interessante, da proseguire visitando il “Grande Cretto” realizzato da Alberto Burri sulle rovine di Gibellina vecchia, una sublimazione della tragedia che sconvolse queste terre nel lontano ’68…Stefano Di Cara
Sì, la visita alle rovine è un vero e proprio tuffo nel passato e restituisce quel fascino particolare che solo le cose fermate dal tempo sanno restituire.
Mi sono recata a Poggioreale venerdì scorso, la strada per raggiungere i ruderi è già di per se’ molto suggestiva . Un silenzio surreale dominava. Siamo giunti proprio davanti al cancello che era chiuso con un segnale di divietò d’accesso. Attratti e incuriosito siamo scesi dall’auto per cercare comunque si scavalcare il muretto quando un branco di cani randagi ha cominciato ad avvicinarsi alla macchina con fare sospettoso. Premesso che non c’era anima viva e che eravamo con i bambini, dopo lunghi attimi di panico siamo riusciti a risalire in macchina serrate gli sportelli ed andare via velocemente. Nonostante la paura devo dire che il luogo è davvero affascinante
Vorrei poterci tornare magari in una situazione di maggiore sicurezza
Monica
30.08.2019
Cara Monica, sicuramente il fatto che il luogo sia così isolato lo rende luogo preferito di cani randagi. Ha provato a contattare l’associazione Poggioreale Antica che si occupa di questo sito, in modo da potere andare quando ci sono anche loro?
Vorrei precisare, ma penso che le verità non sono credute, che Poggioreale non è stata distrutta così dal terremoto del 1968.- Infatti fino a diversi anni dopo del sisma era un paese intatto e suscettibile di essere, non ricostruito, ma rimesso in sesto con la riparazione delle lesioni ai fabbricati “intatti”, ed alla ricostruzione dei fabbricati gravemente danneggiati nelle periferie.- Così venne richiesto con un esposto del Dott. Giovanni Salvaggio firmato da tutta la popolazione.- Ma le Autorità dichiararono l’abitato “distrutto” dal sisma e da ricostruire in altra zona acquitrinosa e franosa a 5 km di distanza.- Non è vero che gli aiuti tardarono ad arrivare perchè furono immediati, addirittura pochi istanti dopo le scosse distruttrici, vi erano sul posto in funzione cucine da campo dell’Esercito che distribuivano caffè e latte alle persone salvatesi sulle strade.- Dopo anni l’abitato di Poggioreale cominciò a sgretolarsi ed a ridursi come è adesso.- Io che ero sul posto come Ufficiale dei Carabinieri Comandato sul posto nel pomeriggio prima delle grandi scosse, rimasi sul posto sotto tenda avanti al piazzale del cimitero di Salaparuta fino a maggio 1968, ed ho raccontato della immediatezza dei soccorsi militari disposti da Carlo Alberto dalla Chiesa e dal Prefetto Napolitano sin dal pomeriggio della domenica dalla Caserma, tuttora intatta di Gibellina.- Ho scritto un mio racconto quale ricordo di quell’intervento in zona perchè la popolazione non seppe più niente dei paesi dichiarati distrutti, essendo stata trasferita a 30 km cioè ad Alcamo.- Sono disponibile a mandare la mia descrizione a chi me la richiede per la verità dei fatt.- Certamente come è ridotta ora Poggioreale, appare come l’immagine del terremoto.- Ma la causa di tale scempio non fu il terremoto, ma la decisione dell’abbandono del posto, e la mancata opposizione di quelli che oggi lamentano frane e smottamenti nel nuovo paese dove venne buttata terra su terra per creare una piattaforma con quella terra di riporto, per far costruire il nuovo Centro.-
Salve, sarei curiosa di leggere questo racconto, per avere una testimonianza diversa da quella che ho letto sui giornali e sulle documentazioni che ho trovato fino ad ora.