Le sarde a beccafico: origine del nome e ricetta

Sarde a beccafico

Il mare Mediterraneo è ricchissimo di pesci che vanno dai più pregiati (ed ovviamente più costosi) a quelli meno costosi ma non per questo meno buoni. Anzi, se c’è un pesce che offre il più alto rapporto qualità/prezzo sono proprio le sarde, che si trovano al mercato ad un prezzo davvero irrisorio, sono ottime, versatili e soprattutto ricche di omega 3. E noi siciliani, da sempre maestri nell’arte di arrangiarsi, abbiamo saputo valorizzarle così tanto da creare dei piatti tradizionali che sono diventati un must della nostra cucina. Tra questi piatti ci sono le sarde a beccafico, un piatto povero che probabilmente non entrerà mai nella cucina né di Cracco né di Barbieri, ma entra costantemente nelle nostre cucine ed è una prelibatezza da leccarsi i baffi.

PERCHÈ SI CHIAMANO SARDE A BECCAFICO?

Il nome così originale non è stato dato a caso. Si tratta in effetti della versione più economica e popolare di un piatto molto apprezzato dagli antichi nobili e che vedeva protagonisti i beccafichi, dei piccoli uccelli molto pregiati, così chiamati perché amavano beccare i fichi. Venivano preparati ripieni delle loro stesse interiora e serviti con le punte delle piume rivolte all’insù.

Poiché la gente del popolo non poteva permettersi battute di caccia, né tanto meno aveva i soldi necessari per acquistare carne così pregiata, decise di ripiegare su ingredienti meno costosi. E così i beccafichi furono sostituiti dalle più comuni sarde e le interiora da pangrattato, uva passa e pinoli.

Ora io non so che sapore potesse avere la ricetta originale, ma vi posso assicurare che questa versione “povera”, che è poi diventata la più famosa, è buonissima.

RICETTA

Per 4 persone

  • 800 g. di sarde
  • 150 g. di pangrattato
  • 80 g. di filetti di acciughe sott’olio
  • 1 cucchiaino di pecorino
  • 50 g. di uvetta
  • 50 g. di pinoli
  • 1 ciuffo di prezzemolo
  • 2 limoni
  • 1 spicchio d’aglio
  • olio extravergine di oliva, sale, pepe, foglie di alloro

Per prima cosa occorre pulire le sarde, privarle della testa e delle interiora, aprirle a libro e lasciare intatte le code.

In una padella fate imbiondire l’aglio con mezzo bicchiere di olio, sciogliete i filetti di acciuga, unite il pangrattato e lasciate insaporire. Spegnete la fiamma, aggiungete uva passa, pinoli, il formaggio, il prezzemolo tritato e aggiustate di sale e pepe.

Formate degli involtini con le sarde ed il condimento, arrotolateli, infilzateli con uno spiedino e separateli con una foglia di alloro. Disponeteli con le code all’insù su una teglia oleata, cospargete di succo di limone e lasciate cuocere in formo a 180° per 15 minuti.

 

Un ringraziamento a MasceChef che ha realizzato la ricetta per il nostro sito. Seguilo su Instagram e su Facebook.

 

Informazioni su Giusy Vaccaro 439 Articoli
Autrice del blog Io Amo La Sicilia. Nata e cresciuta a Palermo, amo la mia terra, nonostante le sue infinite contraddizioni.

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