
La prima volta che si visita l’Oratorio di San Lorenzo a Palermo si rimane così, senza parole, come sedotti da una bellezza tanto prorompente quanto inaspettata. Una bellezza che cattura tutta la tua attenzione, la rapisce, impone allo sguardo di scorrere a 360° gradi, per ammirare prima tutto l’insieme e poi ogni singolo particolare, ogni singolo dettaglio. Ed eccolo lì, il bianco acceso degli stucchi che non sembrano affatto stucchi, dalle forme ricercate e tridimensionali, tanto perfette da apparire reali. Un bianco che risalta e che fa risaltare i marmi policromi del pavimenti, e quel quadro, posto sulla pala d’altare, tanto bello quanto misterioso.
Impossibile rimanere indifferenti; impossibile non emozionarsi; impossibile non rendersi conto che ci si trova di fronte ad un grande capolavoro. È incredibile come un luogo così piccolo abbia così tante cose da raccontare. Ma proprio perché sono tante le cose da raccontare, forse è meglio procedere con ordine.
Siamo in via dell’Immacolatella, nel mandamento Kalsa o Tribunali, a pochi passi da Corso Vittorio Emanuele. Accanto all’Oratorio sorge la Chiesa di San Francesco e di fronte la famosa ed omonima Antica Focacceria.
ECCO COSA TROVERAI IN QUESTO ARTICLO
- Storia dell’Oratorio di San Lorenzo a Palermo
- La natività di Caravaggio
- Gli stucchi di Giacomo Serpotta
- Storia del dipinto rubato
Storia dell’Oratorio di San Lorenzo a Palermo
L’Oratorio è stato costruito nel 1569, sui resti di un’antica chiesa dedicata a San Lorenzo, dalla Compagnia di San Francesco D’Assisi. La Compagnia era costituita da mercanti genovesi devoti a San Francesco e l’Oratorio rimase loro sede fino al 1950. I membri della Compagnia, non volendo fare torto a nessuno, decisero di dedicare l’Oratorio ad entrambi i Santi.
La Natività di Caravaggio
L’Oratorio nel corso del tempo si è impreziosito di splendidi tesori che ne fanno oggi uno dei luoghi assolutamente da vedere a Palermo. Primo fra tutti la pala d’altare realizzata da Caravaggio, un olio su tela, 268×197 cm, dal titolo “Natività con i Santi Lorenzo e Francesco”. Per lungo tempo si è pensato che l’opera fosse stata realizzata nel 1609, durante il soggiorno siciliano di Caravaggio. Ma grazie all’analisi di alcuni documenti e da confronti con altre opere oggi si pensa che l’opera sia stata realizzata nel 1600, durante il soggiorno romano dell’artista, ovvero il suo periodo migliore. Il dipinto mette in risalto tutte le caratteristiche tipiche della pittura di Caravaggio: il perfetto gioco di luci ed ombre, personaggi realistici ed una scena che sembra un fotogramma. Al centro della scena la Sacra Famiglia con la Madonna che ha sembianze umane, San Giuseppe che dà le spalle alla scena ed il Bambino Gesù sdraiato sopra un giaciglio di paglia. Ai lati le figure si San Francesco e San Lorenzo.
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Le opere di Giacomo Serpotta
Nel 1699 Giacomo Serpotta fu incaricato di decorare l’Oratorio. L’artista vi lavorò fino al 1706 e qui realizzò quello che viene da tutti considerato il suo capolavoro assoluto. A quel tempo Giacomo Serpotta era nel pieno della sua maturità artistica e decorò l’oratorio tutto attorno alla natività di Caravaggio. La parte destra infatti è tutta dedicata a San Francesco, mentre la parte sinistra a San Lorenzo. Protagonisti sono 8 “teatrini” che adornano le pareti che raccontano i momenti più salienti della vita dei due santi.
Tra le scene più belle sicuramente il martirio di san Lorenzo, che si trova esattamente al lato opposto dell’altare, la cui tridimensionalità e perfezione lasciano davvero senza parole. La scena sembra viva, i personaggi sembrano volerne uscire fuori, come se dovessero caderti in testa da un momento all’altro. Uno spettacolo tutto da ammirare.
Attorno ai teatrini sono raffigurate le 8 Allegorie: Costanza, Umiltà, Misericordia, Carità, Elemosina, Accoglienza, penitenza e Gloria.
Ma i veri protagonisti di tutta la scena, quelli capaci di rubare tutta la tua attenzione, sono i putti, sparsi un po’ dappertutto. Questi putti, che altro non sono che angeli molto piccoli, si comportano esattamente come dei bambini discoli e disobbedienti, che guardano la scena tra stupore e meraviglia, che se ne distaccano per farsi dei dispetti e per giocare, esattamente come farebbero dei bambini di quell’età. Soffermatevi ad ammirarli. Ne rimarrete stupiti.
Quello che colpisce delle opere qui realizzate da Giacomo Serpotta, oltre alla tridimensionalità e alla veridicità delle scene di cui vi ho già parlato, è la difficoltà a credere che si tratti di stucchi. Le opere sono lucenti, come fossero realizzate in puro marmo bianco. C’è una spiegazione. Giacomo Serpotta, che tra l’altro era un grande estimatore di Bernini, amava passare sopra le sue opere uno strato di polvere di marmo, in modo da renderle lucide e farle somigliare così al prezioso materiale che tanto amiamo.
La triste storia della Natività di Caravaggio
La Natività di Caravaggio, considerata una delle opere di grande prestigio dell’artista, è rimasta esposta qui fino al 1969, anno in cui è scomparsa misteriosamente. Nella notte tra il 17 ed il 18 ottobre infatti, durante quella che aveva tutte le caratteristiche per essere definita “una notte buia e tempestosa”, la tela è stata trafugata e di essa si sono praticamente perse le tracce. Sono state condotte diverse indagini e fatte parecchie supposizioni a riguardo: c’è chi sostiene che a rubare la tela sia stata la mafia che voleva rivenderlo al mercato nero; c’è chi sostiene che, non essendo riuscita a rivenderla, se ne sia ben presto sbarazzata; c’è chi sostiene che sia diventata uno scendiletto e che sia poi stata data in pasto ai maiali.
Quale sia la verità questo purtroppo non lo sappiamo. Sappiamo solo che in quel periodo non c’erano grandi controlli e chiunque poteva entrare facilmente nell’Oratorio. Non a caso sono diverse le statue che sono state rubate e anche di esse si sono perse le tracce.
Inizialmente al posto del quadro era stata posta un ingrandimento di una foto realizzata da Enrico Brai. Recentemente la foto è stata sostituita da una stampa che riproduce fedelmente il quadro originale. Certo nulla potrà mai sostituire la magia dell’opera originale, ma almeno in questo modo abbiamo una visione più completa ed esaustiva di quello che era l’Oratorio nel suo massimo splendore.
Fotogallery
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DOVE SI TROVA
Via dell’Immacolatella, 5 Palermo
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Per maggiori dettagli su orari e costo visita il sito http://www.amicimuseisiciliani.it/amicideimusei/?page_id=28
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